• Cosa si intende per tech worker?
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    Per noi, Tech Worker è chiunque lavori in aziende che operano nel settore delle tecnologie digitali. Alcune categorie di Tech Worker sono:
    - tecnici: chi crea, aggiorna e mantiene direttamente il software e l'infrastruttura;
    - creativi: chi produce contenuti visuali, testuali o di altro tipo;
    - data worker: chi etichetta, pulisce o analizza i dati;
    - service worker: chi svolge lavoro di supporto alle altre categorie, ad es. personale delle pulizie, personale della mensa, ecc.;
    - platform worker: chi svolge il proprio lavoro attraverso una piattaforma digitale, ad es. ciclofattorini;
    - operatori logistici: chi lavora nelle divisioni logistiche di un'azienda tecnologica.

  • Cos'è TWC?
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    Tech Workers Coalition è un'organizzazione internazionale che punta ad organizzare i/le Tech Worker sul posto di lavoro, per dare loro la forza per perseguire i propri obiettivi collettivamente. Questi includono la difesa dei propri diritti sul lavoro, la conquista di nuovi diritti, il supporto ad altre organizzazioni di lavoratori e il cambiamento dei modi e dei motivi che stanno dietro alla produzione tecnologica.

  • Ma quindi TWC è/sarà un sindacato?
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    In origine, il termine sindacato identifica un gruppo di lavoratrici e lavoratori riuniti insieme per curare i propri interessi, moltiplicare le proprie forze, organizzare strutture di supporto reciproco. In questo senso TWC è un sindacato. Tuttavia oggigiorno il termine identifica qualcosa di più specifico: organizzazioni, tendenzialmente verticali e con un riconoscimento legale, con uno specifico ruolo nell'organizzazione e nella negoziazione sul posto di lavoro. In questo senso più comune, TWC non è un sindacato e non lo diventerà. Il termine che a volte si utilizza per descrivere realtà come la nostra è "alt-labor", ovvero tutte quelle organizzazioni nuove che non ricadono nelle strutture tradizionali di supporto al lavoro, come appunto sindacati, partiti, ordini professionali e via discorrendo. TWC si occupa di attività che raramente ricadono tra gli obiettivi principali di un sindacato, ad esempio tutta l'attività culturale e comunicativa che svolgiamo per sensibilizzare i lavoratori sulla propria condizione, oppure il nostro supporto a forme di imprenditoria più sana, passando per la trattazione di temi quali l'ecosostenibilità o l'impatto sociale ed economico della tecnologia.

  • In che contesti si muove l'organizzazione? Quali sono i tipi di attività che svolgete?
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    TWC Italia, al contrario di molte sezioni estere, evita di specializzarsi eccessivamente su un singolo ambito. Non essendoci in Italia ancora molta attività su temi e spazi dove TWC all'estero riesce a trovare supporto da parte di altre organizzazioni specializzate, adottiamo una strategia variegata, nella speranza di stimolare e ispirare la formazione di altri gruppi focalizzati su temi particolari. L'attività a cui dedichiamo più risorse è supportare sindacati già organizzati finché non saremo pronti a supportare l'organizzazione dal basso. Svolgiamo e facilitiamo attività di formazione per chi vuole entrare in contatto coi colleghi e formare gruppi autonomi o rappresentanze sindacali. Dialoghiamo coi sindacati tradizionali per elaborare strategie nuove e più adatte al nostro settore. Seguiamo chi prende iniziative nella propria azienda consigliando i modi più adatti per raggiungere un risultato e per farlo senza esporsi troppo a ritorsioni da parte del datore di lavoro. Ci occupiamo inoltre di supportare individualmente lavoratrici e lavoratori del settore. Diamo consigli su come far valere i propri diritti quando è possibile individualmente, su come comportarsi sul luogo di lavoro, su prospettive di carriera e studio e quanto possa alleggerire lo stress, aumentare la consapevolezza e limitare le forme di sfruttamento a cui siamo soggetti. Svolgiamo inoltre attività educative e formative, sia di carattere tecnico, sia di carattere più teorico, culturale e sociale. Trattiamo infine tutto ciò che riguarda la critica alla tecnologia esistente, mettendo in discussione come e perché viene fatta. Dialoghiamo con numerose realtà che cercano di creare tecnologia in maniera differente, svolgiamo gruppi di studio su varie tematiche relative all'impatto della tecnologia digitale sulla nostra società e sviluppiamo pratiche nuove per incorporare nuovi strumenti digitali nei processi della nostra organizzazione e di quelle simili a noi.

  • Non fate altro che lamentarvi; perché lamentarsi? Non è meglio rimboccarsi le maniche?
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    Parlare dei problemi esistenti è necessario per comprenderli ed elaborare soluzioni. Siamo d'accordo sul fatto che lamentarsi non serva a molto. TWC esiste per coordinare azioni che possano portare ad un cambiamento ed è un nostro obiettivo trasformare il malessere diffuso nel settore IT in forze da spendere per cambiarne i problemi alla radice. Pensiamo che i Tech Worker debbano prendersi la responsabilità e l'iniziativa di cambiare la situazione, perché nessuno lo farà per loro.

  • Non basta semplicemente cambiare azienda?
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    Cambiare azienda può essere, in alcuni casi specifici, un buon modo per migliorare la propria condizione personale. Tuttavia questa pratica viene troppo spesso consigliata come prima opzione quando un tech worker lamenta condizioni di lavoro pessime o salari bassi, ignorando il fatto che non è sempre un'opzione percorribile o la scelta più razionale a disposizione. Non tutti i sotto-settori dell'IT sono uguali e in molti casi, cambiare azienda significa ritrovarsi dopo pochi mesi in situazioni identiche a quelle lasciate nell'azienda precedente, poiché gli standard di qualità del lavoro sono molto bassi in tutto il sotto-settore. Inoltre questa pratica non è in alcun modo risolutiva e lascia il problema in mano a chi prenderà il vostro posto. Lungi dal forzare le aziende a migliorare le proprie pratiche e condizioni di lavoro, questo vorticoso ricircolo di lavoratori ha generato un'ottimizzazione dei processi di recruiting, onboarding e licenziamento, con cui le aziende riescono ad operare in maniera efficiente nonostante la breve permanenza dei dipendenti. Un'altra conseguenza è l'adattamento dei processi aziendali all'utilizzo di tech worker junior, meno consapevoli e più aperti a sopportare abusi, oltre che meno costosi. Questo, insieme ad altri fattori, porta alla svalutazione delle competenze dei più senior che osserviamo da anni nell'IT. La soluzione quindi non può essere individuale, ma collettiva. Le pratiche aziendali e le condizioni di lavoro possono essere cambiate anche dal basso, organizzandosi coi colleghi e facendo pressione, prima in piccolo e poi sempre più in grande, per iniziare a lavorare alle condizioni decise da chi il lavoro lo fa. Imparare a farlo, col supporto di TWC e di altre realtà, è responsabilità di ogni singolo tech worker. Il cambiamento del settore deve partire dalla singola azienda e il cambiamento dell'azienda deve partire dalla vostra azione.

  • Come posso dare una mano a TWC?
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    TWC ha sempre bisogno di nuove energie. Esistono tante attività organizzative, produttive e riproduttive che possono beneficiare del vostro contributo. Non importa che abbiate tanto o poco tempo, che abbiate competenze specifiche o solamente voglia di dare una mano, fatevi avanti e vi introdurremo al gruppo di lavoro che fa per voi. Esistono tanti modi per iniziare: il modo migliore è entrare sulla nostra istanza Zulip e scorrere la lista dei canali dedicati ai gruppi di lavoro, in cui troverete discussioni sulle attività in corso. Nel caso non vogliate aspettare fino al successivo meeting LOGIN, potete proporvi sulla nostra chat Telegram o Zulip e vi daremo indicazioni.

  • E se partecipo a TWC e il mio capo lo scopre?
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    Molti datori di lavoro non vedono di buon occhio che i propri dipendenti partecipino ad attività che possano ampliare i loro diritti. Sebbene la legge in teoria sia dalla parte dei dipendenti, prendere alcune precauzioni può evitare casi di mobbing o ricorsi alle vie legali in caso di discriminazione. TWC Italia tutela chi vuole partecipare alle attività senza identificarsi e senza lasciare dati e tracce che possano ricondurre alla propria identità nel mondo fisico o al proprio datore di lavoro. Utilizziamo software self-hosted (Zulip, Nextcloud) per essere in totale controllo dei dati e strutturiamo i nostri processi in modo che possano operare senza conoscere nomi e cognomi. Fa eccezione la partecipazione alle aree riservate agli organizzatori e alla gestione dei server, che prevedono un controllo sull'identità reale per evitare infiltrazioni da parte di datori di lavoro, manager o altri attori in malafede. Tuttavia la protezione della vostra identità deve partire da voi: fate attenzione alle informazioni che condividete, in particolare nella chat pubblica, non condividete pubblicamente materiale di TWC sui social dove avete nome e cognome, parlate in azienda di questi temi solo se pensate che non lo riferiranno ai vostri superiori.

  • Ho diritto di sciopero?
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    Sì! Tutti i lavoratori hanno diritto di sciopero. Scioperare è un diritto individuale ad esercizio collettivo garantito dall'articolo 40 della Costituzione.

  • Devo prendere un permesso o giustificarmi in qualche modo?
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    No! L'obiettivo dello sciopero è astenersi dal lavoro come atto di protesta, non va giustificato o approvato in alcun modo dal datore. L'unica casistica particolare è quella dei servizi essenziali, come gli ospedali pubblici.

  • Come faccio a regolarizzare lo sciopero?
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    Non è compito del lavoratore: lo dovrà fare l'ente sindacale che lo indice. Per controllare se lo sciopero è regolare, ti rimandiamo al calendario: https://www.cgsse.it/calendario-scioperi

  • Si possono rimpiazzare i lavoratori in sciopero?
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    No! L'azienda può utilizzare solo il personale rimasto in servizio, solo se con mansioni "marginali, funzionalmente accessorie e complementari" ma non in sostituzione del personale scioperante. Rimandiamo a questo articolo per una spiegazione più completa: https://www.laleggepertutti.it/208587_dipendenti-in-sciopero-possono-essere-sostituiti

  • Sono un freelance, che faccio?
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    Se scioperare non danneggia troppo i tuoi obiettivi e i tuoi rapporti lavorativi, andare a manifestare può comunque dare più leva a tutta la categoria dei tech worker, quindi può aver senso farlo. Però sono domande che ancora ci poniamo anche noi, insieme a tante altre organizzazioni. Sarebbe bello continuare a discutere di forme alternative allo sciopero sul nostro server zulip.

  • Sono in periodo di prova, cosa mi consigliate di fare?
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    Aspetta il prossimo giro! Comprensibilmente può essere un rischio per il singolo, quindi se non ci si sente sicuri non sentirti in colpa a non aderire.

  • Che ruolo hanno le RSU in tutto questo?
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    Le RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie) sono soggetti che possono indire uno sciopero, ma non ne condizionano la partecipazione.

  • Come posso presentarmi alla manifestazione con voi di TWC? In che modo vi organizzate?
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    Sui gruppi delle sezioni locali: li potete trovare su t.me/twc_help. Se ci fossero problemi, consigliamo di seguire i nostri canali e poi magari cercare nella folla bandiere o magliette con il logo di TWC.

  • Che cos'è un sindacato? Di cosa si occupa?
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    Un sindacato è un'associazione di lavoratori che mira alla tutela sia dei diritti che degli interessi collettivi e individuali dei lavoratori. Le organizzazioni con cui i sindacati si interfacciano rappresentando i lavoratori, dette talvolta controparti a partire dalle singole aziende fino ad arrivare al governo nazionale.

  • Cosa ci guadagna il sindacato a battersi per i diritti dei lavoratori?
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    Ci sono molti tipi di sindacati e a seconda del sindacato gli obiettivi possono essere molto diversi. Nei casi peggiori, come quello dei cosiddetti sindacati gialli , datori di lavoro o associazioni di datori di lavoro costituiscono o sostengono associazioni sindacali solo in apparenza indipendenti dai loro finanziatori, al fine di controllare i lavoratori e disinnescarne le opportunità di organizzazione. Se da una parte è necessario prestare molta attenzione a queste dinamiche deviate e occulte, dall'altra esiste una larga componente dei sindacati il cui unico guadagno derivi dalla propria legittimità agli occhi dei lavoratori. A livello individuale invece, a seconda dei casi e del tipo di sindacato, il singolo sindacalista potrebbe essere guidato da motivazioni diverse: se si tratta di un lavoratore che si occupa anche di sindacato (molto frequente nei sindacati di base), allora ha un interesse perché con l'attività sindacale tutela i propri diritti e benefici sul posto di lavoro, oltre a quelli dei suoi colelghi. Se invece si tratta di un sindacalista di professione allora lo stipendio, unito magari alla passione e ai valori che l'hanno portato a compiere questa carriera, sono ciò che lo guidano. Anche se ci sono casi in cui lo stipendio incide sulla radicalità delle scelte compiute, un sindacalista di professione dovrebbe essere una persona che ha scelto di dedicarsi anima e corpo alla difesa dei lavoratori, così tanto da voler dedicare il maggior tempo possibile a questa attività.

  • È vero che l'unico interesse di un sindacato è aumentare il numero di iscritti?
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    No. Fermo restando che diverse tipologie di sindacati non si organizzano tramite iscrizioni, l'aumento del numero dei membri è innanzitutto funzionale all'accrescimento del potere contrattuale nei confronti della controparte: un sindacato che rappresenta un grande numero di lavoratori avrà sicuramente una base ampia e coesa che parteciperà alle sue battaglie e avrà un peso maggiore al tavolo di trattativa.

  • Quali sono alcune battaglie di esempio portate avanti dai sindacati?
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    Tutela del singolo lavoratore: - rispetto dell'orario di lavoro concordato alla firma del contratto - tutela dell'erogazione del salario e delle spettanze pattuite - tutela dei giorni di riposo stabiliti dal contratto - contrasto del mobbing - assistenza legale in caso di contrasti con l'azienda Tutela di tutti i lavoratori: - definizione e aggiornamento dei contratti collettivi nazionali (CCNL) - difesa di diritti specifici (es. Articolo 18, leggi sulla discriminazione sui luoghi di lavoro, etc.) - garanzia sugli infortuni e sulla sicurezza sul lavoro - tutela del sistema previdenziale

  • Quali sono alcune vittorie storiche dei sindacati e del movimento dei lavoratori?
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    - riduzione dell'orario di lavoro a 8 ore - giorni di malattie e ferie pagate - tredicesima (e quattordicesima) mensilità - pensione sociale - istituzione dello Statuto dei lavoratori

  • In che cosa differisce da un partito?
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    Un sindacato rappresenta e difende gli interessi dei lavoratori di una o più categorie in uno scontro o in una trattativa con la controparte (azienda, governo, etc.). Il sindacato rappresenta quindi un gruppo di persone appartenenti a una categoria, quella dei lavoratori. Un partito rappresenta un ventaglio di interessi solitamente riconducibili a un'idea di fondo o ad un'area politica di riferimento e accomuna tutte le persone che vi si riconoscono. Il partito agisce quindi col fine di modellare la società in funzione delle proprie idee e dei propri valori.

  • I sindacati fanno politica?
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    Sì, molti sindacati fanno politica a vari livelli. Fanno politica difendendo gli interessi della classe lavoratrice in un conflitto che altrimenti le vedrebbe svantaggiate di fronte a una controparte più potente per posizione lavorativa, ricchezza e mezzi. Fanno politica nel piccolo, assistendo i singoli nelle diatribe legali e fornendo assistenza a fronte della sola iscrizione al sindacato (alcuni sindacati non richiedono neanche la tessera quale presupposto per intervenire). Fanno politica a livello istituzionale, battendosi per l'instaurazione di leggi che tutelino o creino nuovi diritti.

  • Che differenza c'è tra un sindacato e un altro?
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    Esistono molte sigle sindacali che si rifanno a correnti storiche del sindacalismo, differenti per valori, obiettivi e metodologie. Nelle FAQ successive è presente una descrizione delle forme attualmente più comuni ma, nel corso della storia e nei vari paesi del globo, altre forme hanno partecipato attivamente alle conquiste dei lavoratori, come ad esempio le Trade Unions, l'anarco-sindacalismo, le Leghe di resistenza, ecc.

  • Che differenza c'è tra sindacato conflittuale e concertativo?
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    Un sindacato conflittuale cerca di ottenere risultati facendo leva sui rapporti di forza innescati dal conflitto tra le parti in causa (lavoratori vs. amministrazione aziendale o istituzioni). Classici esempi di pratiche conflittuali sono gli scioperi, i picchetti, il sabotaggio della produzione. Un sindacato concertativo sceglie invece la strada del dialogo con la controparte al fine di arrivare a compromessi soddisfacenti. Mentre nel sindacalismo conflittuale il tavolo di trattativa può rappresentare la fase finale di una battaglia, nella teoria concertativa questo rappresenta la fase principale del confronto.

  • Cosa sono i sindacati di base?
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    I sindacati di base sono associazioni di lavoratori organizzati in maniera orizzontale. L'unità fondamentale sono i lavoratori stessi. I sindacati di base si rifanno ai consigli di fabbrica e ai comitati operai e generalmente mirano alla sostituzione del sindacalista di professione con persone presenti sul posto di lavoro poiché queste conoscono meglio e vivono direttamente le problematiche della propria professione e del proprio luogo di lavoro. I sindacati di base sono generalmente conflittuali.

  • Cosa sono i sindacati confederali?
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    I sindacati confederali sono quei sindacati che si propongono come rappresentativi di tutte le categorie lavorative, quindi una confederazione di categorie. Oggi quando si parla di sindacati confederali si intende CGIL, CISL e UIL. Questi sono i sindacati con cui si interfaccia il governo quando deve varare misure che riguardano i lavoratori allo scopo di siglare accordi condivisi con i loro maggiori rappresentanti.

  • Come scelgo il mio sindacato?
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    Un buon modo per scegliere un sindacato è osservare i comportamenti e ragionare sulle idee e le battaglie che le varie sigle sindacali portano avanti. Anche approfondire la storia e le pratiche delle varie forme sindacali può essere utile a una maggior comprensione delle strategie che sottendono alle forme organizzative moderne e alle loro evoluzioni. Inoltre TWC ha deciso di fornire assistenza per i primi passi di questa analisi e per la scelta del sindacato preferito o più adatto alla propria situazione lavorativa, tenendo conto delle problematiche e delle rivendicazioni personali, aziendali e sociali. https://twc-italia.org/#union-pathfinding

  • Cos'è un CCNL pirata?
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    È un contratto che riproduce la struttura di quelli firmati dai confederali, ma con meno diritti e un salario più basso. Si tratta di accordi firmati da aziende e sigle sindacali spesso costituite ad hoc, che fanno dumping e concorrenza sleale al ribasso — in particolare sulla parte normativa e sul salario accessorio. Da una parte riducono le agibilità sindacali, dall'altra pagano di meno i lavoratori: visto che l'Inps applica le stesse aliquote previste per i contratti nazionali sulla parte fissa, l'esercizio della pirateria avviene sulla quota accessoria della retribuzione. L’ispettorato nazionale del lavoro, con la circolare n. 3 del 25 gennaio 2018 già metteva in guardia dall'insorgenza di problematiche di dumping e forniva indicazioni operative ai propri ispettori di vigilare su «le aziende che non applicano i contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative sul piano nazionale». Attualmente, di contro alla complessa evoluzione della nozione di maggiore rappresentatività per l’accreditamento delle associazioni sindacali (art. 19 st. lav.), ogni impresa può semplicemente applicare il contratto che ritiene più vantaggioso, la norma lo consente. Dei 935 depositati al CNEL a dicembre 2020, circa 350 contratti sono pirata, ossia recanti condizioni economiche e normative al ribasso e firmati da associazioni datoriali e organizzazioni sindacali poco o per nulla rappresentative dei lavoratori — per giunta non riconosciute dallo stesso Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro.


⚠️ Work in progress – questa lista verrà espansa regolarmente.