Chi siamo
Siamo programmatrici, rider, magazzinieri, ingegneri, sistemiste, grafici, copywriter, personale di servizio e di cucina. Siamo persone di ogni età, genere e livello di esperienza. Senza di noi l’industria della tecnologia non esisterebbe, né in Italia né nel resto del mondo. Tech Workers Coalition esiste per darci voce, diritti e forza.
Cosa facciamo
Organizziamo i lavoratori e le lavoratrici del settore tecnologico per conquistare maggiori diritti e migliori condizioni di lavoro, per noi e per tutti. Vogliamo ridefinire come la tecnologia viene prodotta, da chi e per quali scopi. Aumenti di salario, riduzioni dell’orario, ambienti di lavoro più salubri sono solo il primo passo. Enormi sfide sociali, politiche ed ecologiche si ergono di fronte a noi: è nostra responsabilità fare di più.
Community
La nostra è un’organizzazione aperta, accessibile e inclusiva fatta da volontari che mettono a disposizione le loro competenze per supportarsi a vicenda. Entra a far parte della community e partecipa alle attività delle sezioni locali più vicine a te.
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Nascita
Tech Workers Coalition nasce a San Francisco nel 2014 a seguito di uno sciopero congiunto di programmatori e personale di servizio per far assumere il personale della mensa di Google a tempo indeterminato. I lavoratori vennero assunti e il gruppo, motivato dal risultato, decise di continuare l’esperienza e portarlo a tutto il settore tech. Nacque così la prima sezione di TWC, a cui ne seguirono molte altre, prima in USA, poi nel resto del mondo. Oggi TWC conta una ventina di sezioni locali sparse tra Stati Uniti ed Europa, più una in India e una in Brasile. Tra queste c’è TWC Italia, nata due anni fa durante il periodo pandemico. L’obiettivo che si pone è di adattare al caso italiano e alle sue problematiche la formula originale di TWC, specializzandola in funzione delle profonde diversità tra il settore IT americano e italiano, ma mantenendo una continuità d’intenti e partecipando a un’organizzazione internazionale capace di fornire supporto, contatti e risorse necessarie a operare con efficacia.
LA TECNOLOGIA NON CI SALVERÀ
Contesto
Sono sempre più frequenti gli esempi di lavoratori tecnologici che, presa coscienza del proprio ruolo nel sistema di produzione della tecnologia digitale e degli impatti negativi che questa produce, decidono di prendere in mano la situazione. Proteste, scioperi, boicottaggi della produzione sono sempre più frequenti, sopratutto in USA. Un fenomeno nuovo, ancora giovane e acerbo, ma che ha squarciato l’illusione della pace sociale in un ambito dove di tensione non ce n’è mai stata; un movimento che contesta il Futuro alle utopie tecnocratiche proposte dalla Silicon Valley riecheggiate in tutto l’Occidente. Partendo da un desiderio latente di giustizia sociale, da una necessità di maggiori diritti per donne, comunità LGBTQIA+ e minoranze etniche, da posizioni antimilitariste ed ecologiste ma anche direttamente da rivendicazioni salariali è in corso una rieducazione dei lavoratori tecnologici verso la lotta politica e sindacale.
Esiste un’aspettativa che il settore tech diventi sempre più rilevante nelle economie occidentali e come successe per le rivoluzioni industriali, il livello di organizzazione dei lavoratori in queste fasi d’infanzia potrà determinare grandi cambiamenti storici. Quando si iniziò a organizzare i lavoratori nelle fabbriche nell’800 in Europa, gli operai erano una frazione esigua della popolazione, ancora principalmente impegnata in attività agricole. Tuttavia le esperienze di quegli anni, gli scioperi, i conflitti, le vittorie del movimento operaio furono una grande fonte di cambiamento sociale seppur coinvolgessero solo una demografia relativamente piccola. Anche allora esistevano persone più focalizzate su organizzare i contadini, mancando totalmente il potenziale storico che la rivoluzione industriale portava con sé. Anche oggi c’è chi vede più lontano e cerca d’intuire come cambierà il mondo del lavoro negli anni a venire e opera di conseguenza.
ALT
LABOR
Alt-labor descrive la coalizione informale di organizzazioni che spingono per far avanzare i diritti di chi lavora in vista del decremento delle iscrizioni ai sindacati.
MIT Sloan
Obiettivi e strategie
Tech Workers Coalition lavora per catalizzare un sentimento già esistente ma in una prospettiva storica che vede il conflitto tecnologico come fattore critico per la definizione della società, dell’economia e dell’esperienza individuale di domani. Chi crea la tecnologia ha il potere di contendere non solo come questa viene creata ma anche il perché. Organizzare i tech worker non significa solamente conquistare diritti per una nuova fetta di lavoratori ma significa creare potere da opporre al Capitale Digitale per determinare il nostro Futuro. In Italia ciò significa raggiungere e organizzare una demografia di tecnici e creativi nell’ordine dei 300.000 lavoratori a cui si aggiungono perlomeno altrettanti lavoratori per una definizione più larga di tech worker che includa la data entry, la logistica e i servizi.
TWC Italia opera principalmente con una funzione di curatore ecosistemico sintetizzato dalla formula “un’organizzazione per organizzatori”, utilizzata soprattutto in USA. L’obiettivo è connettere e amplificare l’efficacia delle organizzazioni esistenti nel mondo del lavoro tech: sindacati, organizzazione spontanee di lavoratori, think tank, giornalisti e comunicatori, ricercatori. Il tutto senza affiliarsi esplicitamente a nessuna di queste organizzazioni ma collaborando, dialogando e creando sinergie e organizzazione dove non ci sarebbero altrimenti. In Italia, in cui questo ecosistema è in larga parte ancora da costruire, Tech Workers Coalition complementa la connessione di organizzazioni con attività direttamente a contatto coi lavoratori.
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