Giugno 2023 - Aumento busta paga CCNL Metalmeccanici: una prospettiva critica
L’aumento previsto per il CCNL metalmeccanico per fine giugno ha creato una serie di dubbi fra i lavoratori, in particolare su chi ne gioverà a tutti gli effetti. Data la diffusione di questo tipo di contratto tra i tech worker italiani, anche per TWC è importante aiutare a chiarire la situazione.
Di che aumento si tratta?
La decisione risale al 5 febbraio 2021: con l’ultimo rinnovo contrattuale del contratto metalmeccanico si è introdotta una clausola di garanzia che prevede l’adeguamento delle retribuzioni minime all’aumentare del costo della vita. Questo adeguamento è previsto per giugno, momento in cui si va a verificare l’andamento inflattivo dell’anno precedente tramite l’indice dei prezzi al consumo (IPCA), con due vincoli che espliciteremo poi. L’aumento quest’anno è del 6.6% rispetto ai minimi tabellari, per definizione non assorbibili e dipendenti dal livello di inquadramento: a titolo di esempio, quest’anno è pari a 123,40 euro per i livelli C3.
Che differenza c’è tra il minimo e il superminimo? Che significa “assorbibile”?
I soldi che un’azienda dà in più rispetto ai minimi tabellari del CCNL sono detti “superminimo” e sono riportati con una voce specifica in busta paga. Un superminimo è “assorbibile” se, nel caso in cui l’azienda si trova a dover dare altri aumenti, può “scalarli” rispetto a questo. Facciamo qualche esempio:
- se hai un superminimo assorbibile di 200 euro, allora non riceverai effettivamente dei soldi in più;
- se hai un superminimo assorbibile di 100 euro, allora l’aumento che riceverai è di 123,40 - 100 = 23,40 euro.
- se in busta paga hai un superminimo non assorbibile di 100 euro, allora l’aumento che riceverai è di 123,40 euro.
La discussione nelle ultime settimane si è orientata su due aspetti in particolare.
Il primo è sull’assorbibilità degli aumenti ricevuti tramite contrattazione individuale/aziendale - seppur solo quelli concordati dal 1° gennaio 2017 . La decisione sull’assorbibilità spetta all’azienda ed è il risultato della contrattazione tra lavoratori e datori. Di conseguenza, i sindacati confederali non hanno potuto far altro che chiedere alle aziende di non assorbire i superminimi, senza però poter dare alcuna garanzia che questo non accada. I tech workers dovrebbero far attenzione a questo tipo di aumenti, spingendo per superminimi non assorbibili, e cioè che non svaniscano nel giro di pochi anni.
L’altro aspetto molto discusso è stata la scelta, nello stipulare il CCNL, di considerare l’indice IPCA al netto dei prodotti energetici importati. Evidentemente quest’ultima parte è problematica, perché l’aumento dei costi dell’energia è stata la componente che più ha gravato sui lavoratori negli ultimi due anni. Al di là delle argomentazioni di Confindustria è evidente che un adeguamento degli stipendi ai costi energetici sarebbe una prima mossa dovuta di una serie di azioni volte a far recuperare un dignitoso potere d’acquisto ai lavoratori, per di più in un momento in cui le aziende tech sono in crescita.
Ci appelliamo quindi:
- alle Organizzazioni stipulanti il CCNL, affinché:
- considerino nel calcolo dell’aumento anche i prodotti energetici;
- istituiscano delle Commissioni per valutare tecniche e strumenti di divulgazione delle specifiche parti del CCNL che prevedono adempimenti periodici;
- al Governo, affinché estenda per legge a tutti i lavoratori tale meccanismo di aumento.
Tech Workers Coalition rivolge il suo appello anche ai sindacati: è importante comunicare meglio gli aspetti tecnici di questi aumenti, perché nonostante l’ultima parola sulla natura dei superminimi spetti alle aziende, un coinvolgimento dei tanti tech worker interessati dall’assorbimento può creare una pressione dal basso collettiva che giochi a favore di tutti.